Contesto storico

Siamo agli inizi degli anni 80, quelli della Milano da bere, definizione  contenuta in un celebre slogan pubblicitario ideato nel 1985 da Marco Mignani per la campagna dell’Amaro Ramazzotti. Gli anni del divertimento collettivo, delle pennette alla vodka, della panna, salmone, budini, maionese, gelatine. Sullo sfondo, il tramonto delle “grandi narrazioni” . Naturalmente in questo processo incide moltissimo la televisione, che proprio in questi anni diventa pervasiva: straordinario successo della trasmissione Rai “Pronto, Raffaella?“, condotta da Raffaella Carrà. La Rai trasmette anche la prima stagione de “La Piovra“, la serie tv italiana più famosa nel mondo, con l’attore Michele Placido nei panni dell’ispettore Cattani. Il  28 agosto 1984 l’imprenditore Silvio Berlusconi acquista dalla società Mondadori la rete televisiva Rete 4 per 135 miliardi di lire. Un paio di mesi dopo Bettino Craxi presenta il “decreto Berlusconi”, che permette la ripresa delle trasmissioni alla Fininvest, oscurate dalla magistratura perché non osservanti la legge (Decreto legge n.807 Disposizioni urgenti in materia di trasmissioni radiotelevisive).
I singoli più venduti sono I just called to say I love you di Stevie Wonder, Careless whisper degli Wham!, Self control di  Raf  e Fotoromanza di Gianna Nannini.

Bettino Craxi guida il suo primo governo con la Coalizione politica DC PSI PSDI PRI PLI (04.08.1983 01.08.1986), a questo succederà il secondo Governo Craxi retto dalla coalizione politica: DC – PSI – PSDI – PRI -PLI (01.08.1986 – 17.04.1987).

Presidente della Repubblica è Sandro Pertini. Presidente USA è Ronald Reagan; Capo di Stato URSS Jurij Andropov (sostituito durante l’anno da Konstantin Ustinovič Černenko); Primo ministro UK è Margaret Thatcher; Presidente della Francia è François Mitterrand.

«L’Italia del 1984 è un Paese in cui il conflitto sociale e politico è ancora vivace. Al governo c’è il pentapartito guidato da Craxi, il cui decreto sulla scala mobile ha trovato la decisa opposizione di Pci e Cgil. Il quadro politico è incerto. Lo stesso Pci, alle elezioni europee di giugno, si posiziona come primo partito italiano, mentre la relazione Anselmi sulla Loggia P2 provoca le dimissioni del ministro Pietro Longo (Psdi). Dal canto suo, il giudice Felice Casson indaga su quella che sarà nota come Gladio, mentre il Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, presieduto da Libero Gualtieri, denuncia una loro «gravissima degenerazione». Poco dopo, sono emessi mandati d’arresto per il generale Pietro Musumeci, accusato di depistaggio per la strage di Bologna, i colonnelli Giuseppe Belmonte e Secondo D’Eliseo e il faccendiere Francesco Pazienza. Ma sono soprattutto le rivelazioni di Tommaso Buscetta a fare rumore, ponendo le basi per ben 366 mandati di cattura per reati di mafia, emessi alla fine di settembre. Il 18 ottobre, la strage di piazza Scaffa è un nuovo segnale della violenza delle cosche.» [tratto da “La strage del rapido 904” di Alexander Höbel].

Il 7 giugno a Padova, durante un comizio in vista delle elezioni europee, il segretario del Pci Enrico Berlinguer è colpito da un malore: morirà 4 giorni dopo.

Il 12 luglio la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica segreta P2, presieduta da Tina Anselmi, invia la relazione finale ai Presidenti di Camera e Senato.

Il 15 luglio il boss di Cosa Nostra Tommaso Buscetta, estradato dal Brasile dove era detenuto, arriva all’aeroporto di Fiumicino: dal giorno seguente inizierà a parlare con Giovanni Falcone e a spiegare alla magistraura la struttura e le responsabilità dell’organizzazione mafiosa siciliana Cosa Nostra.

Il 29 settembre vengono emessi 366 mandati di cattura per altrettanti affiliati a Cosa nostra. Il 3 novembre viene arrestato anche Vito Ciancimino, ex sindaco democristiano di Palermo.

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2 gennaio A Portici (Napoli) viene data alle fiamme l’autovettura di un agente di custodia. Nell’esplosione, muore Stanislao Ceraso, intervenuto per spegnere le fiamme.

5 gennaio A Catania Cosa Nostra uccide il giornalista Giuseppe Fava, fondatore della rivista “i Siciliani”.

15 febbraio A Roma terroristi delle Br-Pcc uccidono il diplomatico americano Ray Leamon Hunt.

31 marzo A Nardò (Lecce) la mafia locale uccide l’assessore alla cultura Renata Fonte, che contrastava le speculazioni edilizie di Porto Selvaggio; mandante dell’omicidio il rivale di partito (Pri) Antonio Spagnolo.

25 maggio A Merano (Bolzano) muoiono per l’esplosione dell’ordigno che stavano preparando gli altoatesini Walter Gruber e Peter Paris, militanti della Lega patriottica sud-tirolese.

10 giugno A Marano (Napoli), durante uno scontro tra i clan Nuvoletta e Bardellino, rimane ucciso un passante, il sedicenne Salvatore Squillace.

8 settembre A Villagrazia di Carini (Palermo) Cosa Nostra uccide a fucilate l’imprenditore Francesco La Parola.

28 settembre Ucciso Toni Chicchiarelli, falsario della banda della Magliana e autore del falso comunicato Br durante il sequestro Moro (lago Duchessa).

19 ottobre  Il Pm Domenico Sica fa arrestare il generale del Sismi Pietro Musumeci, con l’accusa di aver depistato le indagini sulla strage alla stazione di Bologna.

2 dicembre Killer di Cosa Nostra sparano a Leonardo Vitale, “primo pentito di mafia” che in seguito alle sue denunce era finito in manicomio; morirà cinque giorni dopo.

4 dicembre Ucciso Crescenzo Casillo, ex sindaco socialista di Casoria (Na).

7 dicembre Ucciso Pietro Buscetta, cognato di Tommaso Buscetta; vendetta trasversale per colpire il collaboratore di giustizia.

23 dicembre Una bomba esplode sul treno Rapido 904, proveniente da Napoli, mentre imbocca la Grande galleria dell’Appennino all’altezza di Vernio (PO), in direzione Bologna-Brennero: 16 le vittime della “strage di natale”, 267 i feriti.

 

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