Nella notte di domenica 4 agosto 1974, all’1,25, il potente ordigno collocato sull’espresso Roma-Brennero, l’Italicus, esplose nel secondo scompartimento della quinta carrozza mentre il treno usciva per inerzia dalla galleria e si fermava nei pressi della piccola stazione di S. Benedetto Val di Sambro. La stazione di S. Benedetto si trovò così ad essere teatro di una strage in cui 12 persone restarono uccise e 44 ferite, strage che seguiva di pochi mesi quella avvenuta in piazza della Loggia a Brescia.I passeggeri superstiti, allontanatisi dal treno per timore di altre esplosioni, cercarono rifugio all’interno della stazione, nelle case e nei campi; mentre i ferrovieri, il capostazione, le forze dell’ordine si impegnarono per portare assistenza facendo raccogliere i feriti in sala d’aspetto, chiamando i medici della zona e allertando le città vicine. In effetti i soccorsi arrivarono velocemente da Firenze e da Bologna e i feriti vennero avviati agli ospedali bolognesi Maggiore e Rizzoli, secondo i primi dati forniti dal Viminale.
La strage fu rivendicata attraverso un volantino firmato Ordine Nero – sezione Drieu La Rochelle ritrovato in una cabina telefonica di Bologna in cui si proclamava: “Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti”. Alcuni giorni dopo vi fu una smentita della rivendicazione.
Nei giorni successivi la strage, come era già accaduto e come accadrà anche dopo altri drammatici atti di terrorismo, si susseguirono manifestazioni, dimostrazioni di solidarietà alle vittime e ai loro parenti, prese di posizione politiche sia a livello locale sia a livello nazionale
Meccanismi di copertura e offuscamento delle indagini, il sospetto di collusioni con apparati dello stato e l’apposizione del segreto di stato viziarono fin dal principio le indagini sull’Italicus. Una strage, quella avvenuta a S. Benedetto, che non ha trovato, a livello giudiziario, alcun colpevole, una strage che rischia di essere dimenticata