Le vittime
Tre erano cittadini stranieri: Herbert Kontriner, 35 anni di nazionalità tedesca, Fukada Tsugufumi, giapponese di 31 anni e l’olandese Jacobus Wilhelmus Haneman di 19 anni. Nove le vittime italiane: Nicola Buffi, 51 anni, segretario della Dc di San Gervaso, Firenze; Elena Donatini rappresentante Cisl dell’Istituto biochimico di Firenze; Elena Celli, 67 anni, salita a Roma e Raffaella Garosi, di Grosseto, di 22 anni che si stava recando ad Innsbruck per un corso di perfezionamento. Antidio Medaglia, 70 anni, di Perugia venne riconosciuto dalla fede che riportava la data del matrimonio. L’ordigno pose fine alla vita di tre membri della famiglia Russo di Merano che si stava recando a Ferrara per le cure di cui aveva bisogno il figlio quattordicenne Marco: morirono il padre Nunzio, tornitore delle ferrovie, sua moglie Maria Santina Carraro e Marco. Il fratello Mauro, 13 anni, e la sorella Marisa di 20 rimasero gravemente ustionati. La vicenda di questa famiglia suscitò grande commozione e attenzione da parte dei mass-media, delle istituzioni e di semplici cittadini preoccupati della sorte dei due fratelli rimasti orfani: Mauro, ustionato più gravemente, fu adottato dalla città di Bologna e per lui vennero attivate numerose azioni di solidarietà.