Le altre stragi

Fra il 1969 e il 1973 avvennero in Italia numerosi attentati dinamitardi, fra questi quattro provocarono morti e feriti.

Verso le ore 17 del 22 luglio 1970 vicino alla stazione di Gioia Tauro (RC), il treno Freccia del Sud, diretto da Palermo a Torino; deragliò,  provocando  la morte di sei persone  e il ferimento di circa 70 . Le indagini si diressero dapprima verso un cedimento strutturale , quindi verso l’errore umano, infine, molti anni dopo, venne stabilito che la strage era avvenuta nell’ambito della rivolta per Reggio capoluogo.

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La sera del 31 maggio 1972 lo scoppio di una Fiat Cinquecento riempita di esplosivo uccideva tre carabinieri e ne feriva due nei dintorni di Peteano di Sagrado, in provincia di Gorizia. quando i militari, avvertiti da una telefonata anonima, aprirono il cofano, l’ordigno esplose, uccidendone tre e ferendone altri due. Si trattò di un agguato premeditato e gli autori materiali, secondo una lunga inchiesta giudiziaria, appartenevano tutti alla galassia neofascista: l’allora reggente della cellula udinese di Ordine nuovo, Vincenzo Vinciguerra, un segretario di sezione del Msi, Carlo Cicuttini, il telefonista, e il militante Ivano Boccaccio. Solo dopo circa vent’anni si raggiunse questa certezza a livello processuale. Vennero anche condannati alcuni colleghi dei defunti incaricati delle indagini nell’immediatezza della strage, poiché si erano resi responsabili della sparizione di elementi probatori che avrebbero consentito di chiarire immediatamente la matrice dell’episodio. Invece negli ambienti investigativi si tentò prima una montatura ai danni di alcuni membri di Lotta continua di Trento, subito fallita, quindi, il 21 marzo 1973, vennero arrestati sei goriziani con piccoli precedenti penali. La magistratura riconobbe la loro estraneità ai fatti dopo sei anni e vari gradi di giudizio. A quel punto l’inchiesta sulla strage, affidata al magistrato Felice Casson, cominciò ad indirizzarsi sempre più verso gli ambienti del neofascismo del Triveneto, quando, nel 1984, Vincenzo Vinciguerra si assunse la responsabilità dei fatti. Diventato nel frattempo militante di Avanguardia nazionale, Vinciguerra si era costituito nel 1979 dopo anni di latitanza all’estero. Fino a quel momento su di lui pendeva esclusivamente l’accusa di complicità in un fallito dirottamento aereo avvenuto all’aeroporto udinese di Ronchi dei Legionari la notte del 6 ottobre 1972. In quell’occasione era morto, a seguito di un conflitto a fuoco con la polizia, colui che aveva rubato l’auto per l’agguato di Peteano, Ivano Boccaccio. Nelle sue mani venne ritrovata una pistola il cui proprietario era Carlo Cicuttini: la stessa arma, si scoprì più tardi nonostante numerosi depistaggi, aveva sparato contro il parabrezza della Cinquecento. Inoltre, grazie ad una perizia fonico-glottologica, a Cicuttini venne attribuito anche il ruolo del telefonista. Cicuttini e, in un secondo momento, Vinciguerra evitarono gli arresti immediati per il dirottamento trovando rifugio in Spagna, grazie al canale preferenziale instauratosi tra il neofascismo italiano e il paese allora governato dal dittatore Francisco Franco. Il giudice Casson, indagando sulla provenienza dell’ordigno celato nella Cinquecento, giunse ad un passo dalla scoperta dell’esistenza di una struttura paramilitare clandestina denominata Gladio, dipendente dai servizi segreti e composta in buona misura da uomini di dichiarata fede fascista o, comunque, anticomunisti. Nell’agosto 1990, mentre il magistrato stava visionando la relativa documentazione conservata nella sede dei servizi segreti militari, il presidente del consiglio Giulio Andreotti rivelò all’opinione pubblica l’esistenza di Gladio durante una seduta della Commissione parlamentare sulle stragi.

 

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Il 17 maggio 1973 si tenne – presso la Questura di Milano e alla presenza del Ministro dell’interno, Mariano Rumor – la cerimonia commemorativa del primo anniversario dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi. Verso le 11, al termine della cerimonia, un uomo scagliò una bomba a mano che uccise quattro persone e ne ferì circa cinquanta. L’attentatore fu immediatamente arrestato e Tempo dopo si accerterà che l’attentato era stato voluto e realizzato dal gruppo di estrema destra denominato “Ordine nuovo”.

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