Noi c’eravamo

Nata da un’idea di Davide Barbieri, cittadino da sempre attento ai temi della memoria e della democrazia, “Noi c’eravamo” vuole raccogliere e raccontare i ricordi, le storie e le emozioni di quanti il 2 agosto 1980 erano in Stazione a Bologna e si prodigarono nelle attività di soccorso dopo l’attentato.

I ricordi sono stati inviati alla mail noiaiutavamo@gmail.com o alla pagina facebook 2 agosto 1980, noi c’eravamo. In collaborazione con l’Assemblea della Regione Emilia-Romagna e l‘Associazione due Agosto.

Giuseppe Palmadessa‎  
Il 2 agosto ero di servizio al comando di reggimento del 121 caserma viali a Bologna, fu organizzato immediatamente l’invio delle ambulanze verso la stazione ferroviaria ecc.ecc. comunque rovinò per sempre la pace , la cortesia e la gentilezza della Bologna di una volta…

Sauro Merli‎
Buona sera a tutti, quel di del 2 agosto stavo li come primo soccorritore e con il mio più grande amico di naia angelo, che dire meglio non ricordare cosa ho visto e cosa ho fatto, buona serata a tutti

Luigi Epifani  
sono di Vado di Setta, avevo 25 anni, io c’ero e ricordo quel giorno ogni volta che passo vicino alla stazione;oggi pare quasi impossibile osservando la piazza della stazione dal viale in condizioni di normalità con la gente che si affretta come sempre,quel 2 agosto invece quello che mi si presentò arrivando nella piazza della stazione era una devastazione paragonabile a quelle che qualche volta ho sentito raccontare da bambino dagli anziani del paese a proposito della guerra,ma era incredibilmente lì in piazza a Bologna.
Quando è esplosa la bomba ero in piazza dei Martiri,allora c’erano i grandi magazzini OMNIA,avevo preso un permesso dal lavoro e stavo facendo acquisti; appena uscito subito dopo l’esplosione era tutto un via vai di sirene,qualcuno diceva che era esplosa una caldaia alla stazione,quindi immediatamente mi avviai in quella direzione per cercare mio fratello che si trovava li.
Nella piazza antistante dove c’era lo stazionamento dei taxi pareva proprio ci fosse stato un bombardamento e la palazzina a sinistra dell’ingresso principale della stazione non c’era più,solo macerie;il piazzale era invaso da ogni tipo di detriti e purtroppo di corpi a terra che cominciammo pietosamente a caricare su di un autobus,poi mi avvicinai al primo binario passando sulle macerie della sala d’aspetto,dove sentii un grido d’aiuto,cominciai assieme ad altri a scavare;ricordo che si scavava a mani nude rimuovendo i detriti, e riuscimmo a scoprire la mano di una persona che poi fu soccorsa dai medici;nel frattempo ricordo che erano arrivati anche i militari. (fra i quali riconobbi il sergente Palmerini che avevo conosciuto durante il servizio militare) Quindi proseguii la mia ricerca e mi trovai casualmente a prestare soccorso(facemmo un passamano con la barella) ad una signora impiegata delle ferrovie che si era salvata ed era rimasta in un angolo del solaio del primo piano che non era crollato.Era un caldo terribile e c’era una polvere acre e sottile depositata dappertutto.
Finalmente incontrai una persona che mi disse che mio fratello era rientrato a casa;intanto ormai erano arrivati soccorritori attrezzati e preparati,quindi rientrai al lavoro.
Ho saputo in seguito che la signora si era salvata,l’anno scorso sono andato a salutarla, è stato per me molto emozionante,mi ha raccontato il lungo percorso che ha dovuto affrontare per ritrovare un equilibrio di vita e ho percepito un forte rammarico per il fatto che a distanza di tanti anni,ormai 39 non si sia fatta piena luce su questo terribile massacro.

Eva Comodino
Ora le racconto la mia esperienza: La sede della Pubblica assistenza era in via Belle Arti – c’era silenzio in quella mattina – solo una musica di qualche studente rimasto – non eravamo in tanti quella mattina – mi sono messa a stirare i camici – sentiamo un rumore strano – poco dopo una telefonata – ed Enrico Faggioli – il responsabile ci dice di andare in stazione perchè c’è stata un’esplosione – scettici in quanto a volte facevano scherzi – quindi partiamo – io ero al 2° servizio – una “novizia” – arriviamo in fondo in Via Indipendenza e sulla sinistra della stazione una enorme nuvola di polvere non si vedeva nulla – arriviamo vicino all’ingresso – insieme ad ‘un’altra ambulanza – troviamo persone urlanti ed un’odore irrespirabile ( capii dopo il perchè ) non feci caso alla struttura crollata in quanto un signore mi mise in braccio una bambino/a con il capo ferito e coperto di sangue – subito un’altro signore aiutò un uomo a salire con una gamba sfracellata ed un altro – il tutto molto in fretta – arriviamo di corsa al pronto Soccorso dell’Ospedale S.Orsola – l’ingresso era già pieno di persone ferite – sedute per terra – urla e pianti – entro in ambulatorio e non sapevo dove mettere il cucciolo che avevo in braccio che nel frattempo ha fatto la pipì – mi ha rincuorato era vivo – Il medico stava chiedendo il nome di una Signora ferita malamente e lei ha cominciato a urlare in modo straziante – sono Sandra – un’infermiere arriva e mi prende il cucciolo. Torniamo in stazione e guardo lo scenario senza più polvere……. già c’erano soldati e civili che – in attesa degli attrezzi – scavavano con le mani – altri che aiutavano i pochi feriti – rimasti all’ingresso a salire sulle ambulanze – io prendo le lenzuola e le faccio a strisce cosi e le do ai militari e civili – così si coprivano la bocca ed il naso – perchè non si respirava – capii in quel momento che l’odore era di carne umana bruciata – l’ho avuta nel naso per mesi – alcuni miliari piangevano e non sapevo cosa dirgli – io non non riuscivo a piangere – ero un automa – probabilmente ha prevalso in me l’aiutare – poi è arrivato il materiale comprese le mascherine – aiuto per far liberare la strada per far si che i soccorsi -di vario tipo e pure dei tanti civili che volevano aiutare poi ritorniamo in Sede – Ci mandano a prendere medicinali alla Maternità – mi ricordo che c’ero io e Mondo un volontario autista – carichiamo e torniamo al pronto soccorso del S.Orsola – vi giuro che per un attimo ho creduto di aver avuto un’ incubo –
Erano le 14 circa – il pronto soccorso non c’era più nessuno – come se non fosse successo nulla – tutto pulito ed ordinato – mi sono recata a Medicina Legale – ho aiutato per poco tempo all’arrivo dell’autobus 37 – poi sono crollata – Noi volontari siamo stati pure a i funerali che si sono svolti in Piazza Maggiore – c’era un caldo soffocante – molte persone sono state colte da malore – io ero davanti alla fila dei militari – io ho cominciato a distribuire acqua anche ai giovani militari – alcuni guardavano in direzione di un loro superiore per avere il consenso – io insistevo – alcuni hanno bevuto altri no – quanto mi sono arrabbiata per questo – Non ho dormito per mesi – perchè pensavo – questo è stato l’effetto di una grossa bomba…….le guerre!

Tiziana Bettenzoli 
Quel 2 agosto avevo 17 anni ed  ero a Igea Marina a fare la” signorina”  in colonia come si diceva allora . Dopo pranzo  ,l’ora del riposo  ,tutta la mia squadra, bambini di eta’ dai 9 ai 13 anni ,era in camerata a riposare sui letti ed io seduta per terra  fuori dalla camera a controllare e  la mia radiolina accesa per ascoltare  un po’ di musica .  Si interrompe e lo speaker da  questo annuncio terribile della bomba alla stazione di Bologna, devo aver esclamato ad alta voce e nel giro di pochi minuti avevo tutti i bambini intorno a me seduti  che mi chiedevano cosa fosse successo  e con semplici parole ho cercato di spiegare come gli uomini a volta diventano cosi’ crudeli e violenti verso i loro simili e   insieme abbiamo detto una preghiera per i morti e per i feriti. E’ un ricordo vivido che ho raccontato ai miei familiari e che ricordo ad ogni ricorrenza . Ora l’ho raccontato anche a voi


Silverio Masini
Il 2 agosto 1980 appresa la notizia ci siamo immediatamente recati dall’Istituto Rizzoli in diversi tra medici e paramedici come soccorritori d’urgenza e sono stato presente dalle ore 10.45 alle ore 20 circa sul I° binario della stazione. Ho estratto dalle macerie 12 persone: 8 feriti gravi e 4 purtroppo decedute fra le mie braccia. Nel 2007 13 giugno avevo già rilasciato un’intervista alla giornalista Federica Gieri al Resto del Carlino

Paolo Mazzanti. 2 agosto 1980

Luigi Zucchini, Ricordo del 2 agosto

Nello Ronchi. Dammi solo cinque minuti

Altre testimonianze raccolte nel volume edito a cura dell’Assemblea della Regione Emilia-Romagna

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